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The Journal

Cultura, Cinema & Creatività!

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Il Papa è morto la mattina del 21 aprile 2025.


Quel giorno mi sono alzata verso le 9, con addosso una sensazione che non voleva scrollarmisi di dosso. Come se qualcosa fosse fuori posto.

Ogni mattina accendo il telegiornale mentre preparo il caffè. Quella mattina, sullo schermo, in grandi caratteri rossi, leggo: “Papa Francesco è morto”.

E un po’ ho avuto una stretta al cuore, nonostante la mia fede oggi sia quanto mai in bilico, nonostante la Chiesa mi abbia sempre suscitato sentimenti contrastanti. La morte di un Papa… dovrebbe toccarmi?


Beh, se sei italiana e vivi in Italia, sì. E non è solo una questione di fede.

È una questione culturale, simbolica, quasi viscerale. È qualcosa che ti attraversa.

Il mio paese era in lutto, e in quel lutto c’ero anche io.

Ma mentre ascoltavo le voci ovattate della cronaca vaticana, mi sono accorta che mi vibravano le orecchie. Sentivo il suono dei violini di Volker Bertelmann. Vedevo le tuniche rosse dei cardinali agitarsi nervosamente per le stanze del Vaticano. Ascoltavo sussurri. Osservavo sguardi.


Conclave (2024) Source: IMDb
Conclave (2024) Source: IMDb

Il cinema ha questa capacità: ti resta addosso. Ti prepara, talvolta, all’impensabile.

Conclave, diretto da Edward Berger e uscito nel 2024, mi era rimasto impresso quasi nelle papille gustative.


Adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore britannico Robert Harris, Conclave ha vinto il premio Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale nel 2025.

In Italia è arrivato nelle sale a metà dicembre, proprio quando le condizioni di salute del Papa cominciavano a destare preoccupazione. Una coincidenza? Forse. Ma il tempismo ha reso la visione del film un’esperienza quasi profetica.


Nel cast: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Sergio Castellitto e Isabella Rossellini.

Ognuno con un ruolo enigmatico, simbolico, potente. Ognuno a incarnare una visione diversa della Chiesa: i progressisti, i conservatori, i moderati.

Il conclave è un rito, ma anche una danza. E sopratutto: una guerra.

La strategia è tutto. Il segreto è l’ossatura.

Il cardinale decano Thomas Lawrence, interpretato da Fiennes, guida la narrazione in un crescendo di tensione e ambiguità.


Girato tra Cinecittà, Roma, e location italiane come la Reggia di Caserta e il Palazzo dei Congressi all’EUR, Conclave riesce a ricreare l’atmosfera sospesa e ieratica del Vaticano.

Le luci di Stéphane Fontaine disegnano ombre che sembrano scrutare. La scenografia di Suzie Davis avvolge, silenziosa, come una seconda pelle.


E poi c’è la musica. Volker Bertelmann ha composto una colonna sonora che pare respirare con i personaggi. 

Un pianoforte preparato, note dissonanti, echi antichi: il suono della clausura e del dubbio.


Il film non racconta solo un’elezione papale. Racconta il potere. Le sue forme, i suoi compromessi, le sue ipocrisie. Racconta anche la fede, quella che resta e quella che si perde.

E lo fa senza proclami, ma con lo sguardo gelido e umano insieme di Berger, già regista di Niente di nuovo sul fronte occidentale.


In un giorno in cui la storia si è scritta dal vero, Conclave è diventato, almeno per me, un’eco visiva e interiore. Un film che non solo ha saputo anticipare la cronaca, ma ha anche saputo raccontarci chi siamo davvero quando il potere ci chiama e la verità si fa opaca.


Da mercoledì, l’area di San Pietro sarà blindata. Roma si stringerà intorno al Vaticano con l’aria sospesa di un giorno di neve. I varchi saranno chiusi, i fedeli in silenziosa attesa. Saranno 133 i cardinali che entreranno nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo pontefice. Uomini venuti da 71 paesi del mondo, con in tasca la fede e negli occhi, forse, qualche dubbio.


E noi tutti, fuori, con lo sguardo rivolto verso il comignolo. Aspettando la fumata. Aspettando che la storia accada sotto i nostri occhi.


Mi domando spesso quanto cinema ci sia nella realtà, e quanto realtà ci sia in certi film. Conclave mi ha insegnato che le stanze del potere sono piene di silenzi, strategia e simboli. Che il mistero non è solo narrativa, ma un meccanismo profondamente umano. E adesso quel mistero è qui, tra noi. 


Nel cuore di Roma, sotto gli affreschi di Michelangelo, in un respiro trattenuto che attraversa il mondo intero.


Bianca curates and writes for The Olive Press, a space for reflections on cinema, culture, and landscape born within Il Giardino di Cristina.

All images featured in this article are the property of their respective copyright holders. They are used here for informational and editorial purposes only, in the context of cultural commentary and non-commercial promotion. No copyright infringement is intended.

Cortesie per i nostri ospiti

L’inverno, nel Chianti Senese, è una stagione che cammina con calma, come un vecchio signore che conosce bene i segreti del tempo. Le colline si spogliano di ogni fronzolo, lasciando solo l’essenza: il silenzio, il cielo immobile, e quel profumo di legna bruciata che arriva da qualche finestra lontana.⠀


Nel Giardino di Cristina, questo è il mese in cui il passato si intreccia con il presente. È un periodo fatto di piccole gioie: biscotti speziati, decorazioni luminose, e quella luce dorata che accarezza il borgo di Vagliagli al tramonto, come a volerci dire che sì, c’è ancora poesia nel mondo.⠀


Piumino, il nostro gnomo Natalizio

Memorie e Tradizioni

La nostra tavola natalizia, semplice ma curata, è un invito a riscoprire i sapori di una volta. Ogni anno, al centro, mettiamo un panettone artigianale, circondato da biscotti decorati con glassa scintillante - stelle, alberelli, cuori. Ma il vero protagonista è l’amore che mettiamo nei dettagli: una candela all’aroma di legno e mela caramellata, delle deliziose decorazioni di carta e la mise en place in perfetto tema natalizio.

Vagliagli e il Fascino delle Storie Antiche

Dicembre è anche ricco di leggende, e a Vagliagli ce n’è una che vale la pena raccontare. Si narra che, secoli fa, un pastore vide una stella più luminosa del solito mentre attraversava gli olivi nelle fredde notti invernali. Seguendola, trovò un angelo addormentato con ali dorate che brillavano sotto il chiaro di luna.⠀

L’angelo, svegliandosi, benedisse le terre circostanti. Da allora, si dice che il vino di queste colline abbia un’anima particolare, come se portasse in sé un po’ di quella luce dorata. Una storia? Certo. Ma qui nel Chianti, le storie sono il nostro modo di rendere eterno ciò che è bello.⠀


Chianti Classico

I Sapori del Natale Senese

Se il Chianti avesse un profumo, sarebbe un misto di miele, mandorle e spezie. Dicembre, qui, è la scusa perfetta per immergersi nei dolci della tradizione:⠀

Panforte, un piccolo gioiello medievale fatto con miele, frutta candita e spezie. È come mordere un pezzo di storia.⠀

Ricciarelli, biscotti morbidi di mandorle che sembrano neve per il loro candore, perfetti da accompagnare con un calice di Vin Santo.⠀

Cavallucci, biscotti speziati con noci e canditi, che sanno di casa e di antiche feste contadine.⠀

E sì, li abbiamo anche noi al Giardino di Cristina. Non li facciamo noi, ma li scegliamo con cura perché siano degni della vostra pausa dolce.⠀



Non Solo Panforte: Perdersi e Ritrovarsi

Se avete voglia di una gita, Siena con i suoi mercatini natalizi è a un passo da Vagliagli. Oppure potete perdervi nei borghi vicini, come Castellina in Chianti o Radda, dove le luci natalizie trasformano ogni angolo in una piccola fiaba.⠀

Ma non sentitevi obbligati a fare grandi piani: il Chianti è il luogo dove anche il semplice atto di camminare tra le vigne spoglie o sedersi a guardare il paesaggio può diventare un’esperienza indimenticabile.⠀


L’Inverno del Chianti

Tra un calice di vino e il profumo delle spezie, scopriamo che anche i gesti più semplici – accendere una candela, sgranocchiare un biscotto – sono frammenti di un rituale antico, un richiamo alla bellezza nascosta nella quiete.


Si dice che il vino di queste colline abbia un’anima. Forse è solo una leggenda, o forse, come il pastore e il suo angelo, è semplicemente vero per chi sceglie di crederci. E voi?



Lasciatevi avvolgere dall’inverno del Chianti, dove ogni passo è una poesia e ogni momento un ricordo che si fa eterno. Vi aspettiamo!

Con l’arrivo dell’autunno, il Giardino di Cristina si veste di nuovi colori, dalle calde sfumature dorate delle foglie che cadono ai vigneti nei dintorni che si tingono di rosso e arancione. È un periodo magico, in cui il Chianti non solo si trasforma visivamente, ma si anima anche di antiche storie e leggende che riecheggiano tra le colline e i borghi medievali. Ecco alcune storie che parlano di misteri e tradizioni della nostra terra, perfette per immergervi in un’atmosfera autunnale incantata.



Le Streghe e i Boschi del Chianti

In Toscana, le streghe sono spesso legate a luoghi specifici e alle stagioni di transizione. Si narra che, nei boschi vicino a Vagliagli, le streghe si riunissero durante le notti di autunno per celebrare riti antichi. I contadini raccontavano di aver visto strane luci tra gli alberi e di aver udito sussurri portati dal vento. Sebbene molti oggi considerino queste storie semplici leggende, passeggiare nel Chianti durante le fresche serate autunnali può ancora far pensare che qualcosa di misterioso sia all’opera. Si dice che, nei giorni di luna piena, il confine tra il nostro mondo e quello degli spiriti diventi sottile, e che nei boschi si possano percepire presenze invisibili.



Antiche Storie tra le Viti e il Vento

Si racconta che nei giorni di vendemmia, quando il sole calante colora i filari, appaiano spiriti benevoli, custodi dei vigneti. Questi spiriti, chiamati “Guardiani delle Viti,” sono figure misteriose che da secoli vegliano sulla terra e sulle uve. Gli abitanti del Chianti narrano di averli visti al crepuscolo, ombre leggere che si muovono tra le file di viti, come a proteggere il raccolto e assicurarsi che ogni grappolo sia trattato con rispetto e gratitudine.


La tradizione vuole che, nei tempi antichi, i contadini lasciassero piccoli doni tra le viti - un po’ di vino novello, un pezzo di pane, o qualche chicco d’uva - per onorare questi Guardiani e ricevere la loro protezione. Anche oggi, mentre camminate nei dintorni del nostro bed and breakfast, potreste percepire questa magia: un sussurro nel vento, un profumo nell’aria, un istante in cui il tempo sembra fermarsi, come se quegli antichi spiriti fossero ancora con noi.


La vista del Chianti Classico, dietro il nostro B&B

Il Mito dell’Autunno e la Dama d’Ottobre

Un’altra leggenda che aleggia tra le colline del Chianti è quella della “Dama d’Ottobre”. Si dice che ogni anno, all’arrivo dell’autunno, una misteriosa figura femminile appaia nel bosco, vestita di foglie e fiori appassiti, con una corona di viti intrecciate tra i capelli. La Dama d’Ottobre è la personificazione dell’autunno stesso: ella passa per i borghi e le campagne, e il suo tocco trasforma le foglie in colori accesi, riempiendo l’aria di un profumo dolce e speziato.


Gli anziani raccontano che chi incontra la Dama d’Ottobre potrà esprimere un desiderio, ma deve farlo in silenzio, con un cuore puro e rispettoso della natura. È un momento magico, un incontro raro e fugace, ma che lascia chi lo vive con una sensazione di pace e una profonda connessione con la terra. Passeggiando tra i vigneti e i boschi della nostra zona, non è raro sentirsi come parte di questa leggenda: le foglie che cadono, il vento che sussurra tra gli alberi e i raggi dorati del sole creano un’atmosfera in cui è facile credere a questa antica storia.


Il Segreto della Quercia Incantata

Non lontano dal Giardino di Cristina, accanto al cimitero di Vagliagli, si erge una maestosa quercia che veglia silenziosa sul paesaggio. Divenuta famosa come location per il film Letters to Juliet, quest’albero ha acquisito un’aura di leggenda. A differenza degli alberi circostanti, non si tinge di rosso, ma rimane verde, un simbolo di eternità e di radici profonde. Gli abitanti del Chianti raccontano che chi si siede sotto i suoi rami possa percepire antichi sussurri, come se le sue radici custodissero i segreti degli innamorati e delle vite passate. Ancora oggi, si dice che, al tramonto, il tronco della quercia emani una luce particolare, come a raccontare le storie sepolte nel cuore di queste terre.


Colori d'autunno nel nostro giardino

Le Fiere dell’Olio Nuovo e il Vino Novello

L’autunno nel Chianti non è solo una stagione di leggende, ma anche di celebrazioni. Durante questo periodo, i borghi organizzano fiere e sagre per celebrare l’olio nuovo e il vino novello, ospitando eventi che attirano visitatori da tutto il mondo e permettendo loro di assaggiare il primo olio della stagione e il Chianti Classico appena prodotto. Queste feste sono anche il momento ideale per conoscere le storie dei viticoltori e degli olivicoltori locali, che da generazioni curano la terra e tramandano tradizioni che risalgono a secoli fa. Partecipare a queste celebrazioni non è solo un’occasione per degustare i sapori della stagione, ma anche per immergersi nella storia e nella cultura della nostra terra.



Alloggiare al Giardino di Cristina in autunno significa vivere il Chianti in modo unico, avvolti dall’atmosfera nostalgica e dalle storie del passato. Passeggiando tra i vigneti, potreste sentire il sussurro del vento tra le foglie e immaginare le streghe o la Dama d’Ottobre. Vi invitiamo a visitare questa parte della Toscana, sorseggiando un bicchiere di vino e a lasciandovi trasportare dalle leggende e dai miti di questa terra incantata. Qui, l’autunno è una stagione di storie, di colori e di emozioni, e il Giardino di Cristina vi aspetta per farvi vivere la magia del Chianti in tutto il suo splendore.


Il nostro Coffee Corner

Diamo il benvenuto ai nostri ospiti con un delizioso tagliere ricco di una selezione di prodotti locali

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